la disfida di marletta

   

PROPOSTA : LA DISFIDA DI MARLETTA

I HAVE A DREAM……….
(GIOVAN BATTISTA VICO NON E’ MAI MORTO)

    "…Li fuochi per le strade, li lumi per ciascuna finestra, le musiche di variati suoni e canti, che per quella fur esercitati, non si potrian per humana lingua narrare a compimento…".
    Così l’Anonimo Autore di Veduta, spettatore e cronista dell’epoca, descriveva il tripudio della città di Marletta (Acerra) dopo la vittoria dei Tredici Cavalieri italiani sui Tredici Campioni dei Politici “francesi”, riportata nella storica Disfida combattuta il ……………………2007, durante la guerra tra Politici e Industriali “Francesi” del Nord-Est e Camorristi “Spagnoli”  per il dominio assoluto sulle regioni del sud Italia.
    La Grande Storia racconta che dopo il fallimento del Trattato di Granada – stipulato segretamente all’incirca nel novembre del 1980 – con il quale i Politici e gli Industriali “Francesi”  e i Camorristi “Spagnoli” si spartivano senza conflitto rispettivamente appalti, rifiuti tossici e suoli tra Campania, Abruzzi, Puglia e Calabria, gli scontri fra le parti avverse s’intensificarono invece poi su suoli e località di discarica e/o incenerimento, e Marletta (sindaco di Acerra) si ritrovò giusto ad essere assediato e tra due fuochi, da un lato i rifiuti tossici interrati dai camorristi “spagnoli” e dall’altro i tossici mega inceneritori prodotti dalla grande industria “Francese” (F.I.B.E. – IMPREGILO- Romiti) che in quel luogo voleva realizzare  uno dei più grandi inceneritori di Europa, e bruciare tutto e di più e anche i rifiuti tossici sia delle industrie “francesi” che dei camorristi “spagnoli”.
    Fu proprio a seguito di una di una violenta “scaramuccia” che i camorristi “spagnoli”,  detti così perché in gran parte proprietari di megayachts per il trasporto di cocaina e di stupende ville sulle coste iberiche, sotto il comando di Diego de Alfieri Mendoza soprannominato “Maradona”, catturarono e tenevano in ostaggio numerosi Politici filo “Francesi”  fra cui Monsieur de Bassolino da Afragola e Charles de Tongue, detto Monsieur de Luca Motte da Salerno .
    Ancora l’Anonimo Autore di Veduta racconta che la sera seguente la cattura dei politici filo-francesi, il Gran Maestro Consalvo da Cordova e P2 diede un banchetto nella cantina di un palazzo requisito a una nobile famiglia marlettana – quartier generale dei camorristi “spagnoli”  dove alloggiava anche il capo don Diego de Alfieri Mendoza – e al quale parteciparono anche i prigionieri “francesi”.
    In quella che la tradizione riferisce essere l’Osteria del Veleno (alla DIOSSINA ma gli storici affermano che il nome corretto in Campania in quel periodo fosse DIESSINA), e che oggi è ricordata come la Cantina della Sfida,  mentre i convitati parlavano di fatti d’arme, de Luca Motte, in pubblico e ripreso sia da giornali che reti TV, accusò di codardìa, saltimbancheria, guittismo  e “comicità”  gli italiani,  difesi vivacemente da Inigo Alex Zanotelli y Ayala e Giuseppe Grillo da Genova, e lanciò loro una sfida sulla modernità, validità ed innocuità degli inceneritori, che fu accolta dal nobile e valoroso capitano di ventura Antonio Maria Amedeo Ettore Marfellamosca, capitano medico di ventura, nato a Napoli ma che aveva lavorato ben 12 anni alla ASL di Capua.

    Si può ragionevolmente ritenere che la sfida fu provocata ad arte dai camorristi “spagnoli”, assediati dai politici “francesi” e in quel momento quasi isolati in attesa di rinforzi, droga  e denaro da reinvestire, anche per tenere alto il morale delle proprie truppe che si stavano massacrando in sanguinose faide interne e per ingraziarsi la simpatia degli italiani, avendo perduto troppo cocaina a seguito di ingenti sequestri.
    Marfellamosca molto probabilmente non era presente alla cena in quanto diabetico, ma fu contattato nei giorni seguenti dal nobile italiano Professore Luigi Colonna e da inviati di Inigo Alex Zanotelli y Ayala, al servizio della Assise di Palazzo Marigliano del nobiluomo Gerardo Marotta, che subito formò la compagine italiana scegliendola fra i competenti più coraggiosi d’Italia.
    Lo scambio di lettere tra Marfellamosca da Capua, capitano medico di ventura italiano, e il cavaliere filo “francese” Monsieur de Luca Motte, testimonia l’importanza che il combattimento rivestiva per i protagonisti. Tutto fu programmato nei minimi particolari, con scrupolo e finanche con puntiglio. Fu stabilita la somma di cento corone per il riscatto dei prigionieri, il numero degli sfidanti in tredici cavalieri con due ostaggi per parte, quattro giudici e sedici cavalieri per testimoni. Sempre di comune accordo fra le due parti, fu individuato il campo di battaglia in Contrada S.Elia, territorio neutro, allora sotto la giurisdizione della Liga Veneta.
    Una mattina del……………………2007 (?),  i Tredici italiani, dopo aver ascoltato il discorso d’incitamento del loro condottiero Marotta (che si dice indossasse una sciarpa azzurra beneaugurate dono di Isabella d’Aragona sotto il solito cappotto anche in pieno luglio) giurarono di difendere il proprio onore e quello dell’Italia anche a costo della vita, e nel pomeriggio infersero una sconfitta bruciante all’arroganza dei politici “francesi”, in un’epoca in cui l’Italia era divisa e dispersa in un insieme di stati e staterelli governati dalla Lega, dalla Liga o subalterni ai Berlusconi e ai Diossini filo-inceneritori .

    Dopo il combattimento i politici “francesi” – che non avevano portato con loro il riscatto, convinti com’erano di uscire vincitori dal campo di battaglia o forse per sola semplice taccagneria – furono condotti prigionieri da Marletta per pagare bonifiche e risarcimento ai famosi pecorai di Acerra, avvelenati dalla diossina dei mancati controlli diessini.
    Incontenibile fu la gioia degli acerrani marlettani, che accolsero i loro eroi con ‘li fuochi per le strade…’ Tutti fecero festa ai Tredici, dal popolo minuto al Sindaco, ai consiglieri e ai priori. I preti del Capitolo della Cattedrale portarono in processione la Madonna dell’Assunta, un’icona del ‘300 da allora ribattezzata Madonna della Sfida, conservata ancor oggi nella Cattedrale di Marletta ad Acerra.

Epigrafe in ricordo dettata da Giovanni Bovio:
"……….in equo certame
contro tredici “francesi” qui
tredici di ogni terra italiana
nell’unità nell’amore antico
e tra due invasori
(camorra e industriali criminali del nord)
provarono
che dove l’animo sovrasti la fortuna
gli individui e le nazioni risorgono".

    Io ho solo adeguato quanto fedelmente riportato nel sito ufficiale della “Storia della Disfida di Barletta” del 1503 al mio sogno e a quanto obbligatoriamente da aggiornare sulla base della validità dei cicli storici vichiani e dei risultati delle indagini della Magistratura aggiornate al 2007.
    Quando sono depresso mi piace scrivere per sorridere un po’. 
    Se vi piace giratela al BLOG di Beppe Grillo.
    A presto invierò una proposta serissima di vera DISFIDA.
Antonio Marfella

Informazioni su Nunzia

sono Nunzia Lombardi, napoletana, emigrante a Catania. l'ecologia è stata sempre una materia di mio interesse, sia teorico che pratico. sono cresciuta in quella che tutti conoscete come terre dei fuochi, ora vivo altrove, ma l'ecologia resta un tema centrale nella mia vita!
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